Sostenibilità nel mondo: meno emissioni di CO2 per Cina e Danimarca

Dai dati relativi al 2015 e 2016 emerge che la Cina ha diminuito il suo consumo energetico di carbone, la fonte di energia più inquinante, ed a Copenhagen il traffico di biciclette nel centro ha superato quello delle automobili.

Secondo il National Bureau of Statistics of China, nel 2016 il consumo di carbone in Cina è diminuito. Questa notizia è sorprendentemente positiva dato che la Cina utilizza il carbone per il 62% dei propri fabbisogni energetici, aggiudicandosi il titolo di nazione che emette in atmosfera la maggior quantità di CO2 per le attività umane.

Il 2016 è il terzo anno consecutivo che vede la riduzione del consumo di carbonio da parte della Cina, che sembra stia iniziando a potenziare le fonti energetiche rinnovabili, ora al 19,7% della copertura dei fabbisogni energetici.  Lo scorso anno in particolare ha visto una riduzione pari al 4,7% della dipendenza dal carbone, diminuzione più marcata rispetto a quelle osservate nel 2014 e 2015.

Singolarmente, in corrispondenza del suddetto calo di utilizzo di carbone, il PIL cinese nello stesso 2016 è aumentato del 6,7%, dimostrando quindi che la crescita economica è compatibile con la riduzione di emissioni di CO2.

Buone notizie arrivano anche dalla più vicina Danimarca: secondo un report della società Copenhagenize, guru del ciclismo danese, nel 2015 la capitale della Danimarca ha guadagnato il titolo di città più bike-friendly, rubando il primato alla vicina Amsterdam.

L’aspetto migliore di questa notizia è che nel 2015 il traffico di biciclette nel centro di Copenhagen ha superato quello di automobili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 e ad un’ancora migliore vivibilità della città. La capitale danese sta infatti raccogliendo i frutti di una serie di investimenti volti al miglioramento della mobilità ciclistica, come ad esempio ponti riservati alle biciclette, in modo da evitare la scomoda condivisione della strada con gli autoveicoli.

Di tutti gli abitanti di Copenhagen  il 14% si muove in automobile, il 20% si affida al trasporto pubblico e ben il 56% si sposta con il mezzo di trasporto più amato dai danesi e più ecosostenibile: la bicicletta.

Fonti: Qualenergia.it, World Economic Forum

Vedi anche: EBS Smart Energy Solutions

30 aprile 2017: scadenza per la nomina dell’Energy Manager

Entro il 30 Aprile 2017 i soggetti obbligati per legge dovranno presentare al FIRE la nomina del proprio Energy Manager caricando la richiesta sul portale online NEMO; per chi non rispetterà la scadenza sono previste sanzioni amministrative.

Le realtà industriali con consumi energetici annuali maggiori di 10.000 TEP o le organizzazioni del settore civile o terziario con consumi annuali maggiori di 1000 TEP, sono obbligate per legge ad avere un Energy manager (art. 19 della legge 10/91), figura fondamentale per supportare le aziende nelle decisioni e politiche collegate alla gestione dell’energia.

L’Energy Manager è un tecnico di elevato profilo con competenze manageriali, tecniche, energetiche e legislative; il compito di questa figura è quello di curare gli aspetti energetici dell’azienda, agendo quindi verso la riduzione dei consumi energetici e dei costi derivanti, e con l’obiettivo di una gestione efficiente dei flussi energetici dell’azienda in tutti i suoi settori.

L’Energy Manager può essere parte dell’azienda stessa oppure esterno, purché abbia le competenze necessarie per effettuare le sue principali mansioni: la promozione dell’uso razionale dell’energia, la redazione di bilanci energetici dell’azienda e l’individuazione di interventi di efficientamento necessari, da attuare eventualmente con contributi statali.

Per ufficializzare la scelta dell’Energy Manager, la sua nomina va comunicata al FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) attraverso il portale NEMO online (https://nemo.fire-italia.org). L’organizzazione deve, nell’ordine: iscriversi al portale FIRE, attendere l’approvazione della richiesta d’iscrizione, inserire la nomina grazie alle credenziali NEMO acquisite, ed attendere la verifica della nomina da parte del FIRE.

Anche i soggetti non obbligati per legge possono nominare il proprio Energy Manager; per i soggetti obbligati invece la scadenza per farlo è il 30 Aprile 2017, per chi non rispetterà la scadenza sono previste sanzioni amministrative da 5.000 a 50.000€.

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EcoBioService (EBS) Smart Energy Solutions si rinnova!

LogoEcoBioService (EBS) Smart Energy Solution si rinnova, anzi, si efficienta. Una nuova comunicazione e nuovi obiettivi; un cambiamento esterno che rispecchia quello interno: sono entrate a far parte della famiglia EBS Vanessa ed Elisa, due giovani PhD. Abbiamo chiesto loro di presentarsi.

Chi siete? E come il vostro dottorato è entrato a far parte di EBS?

Ciao! Siamo due dottorande e ingegneri energetici. Ci siamo occupate di soluzioni innovative per diffondere l’utilizzo delle fonti rinnovabili, in particolare della biomassa e della sua conversione energetica. In EBS invece siamo state catapultate nel mondo dei privati e delle Pubbliche Amministrazioni: oltre a studiarle per ottimizzarle, possiamo ora considerare le energie rinnovabili con l’occhio di chi le utilizza e chi ne vuole trarre il maggior beneficio, in termini economici e di sostenibilità. In pratica abbiamo unito i nostri studi ad una conoscenza più tecnica e pratica degli impianti ad energie rinnovabili.

Inoltre in EBS abbiamo toccato con mano un tema che ci sta molto a cuore: l’uso razionale dell’energia. Con gli attuali problemi legati all’approvvigionamento energetico è di vitale importanza cercare di ridurre i consumi partendo dall’efficientamento dei dispositivi che utilizziamo, delle stesse case in cui viviamo per non parlare della decarbonizzazione nel settore industriale e dei trasporti. EBS è molto attiva da questo punto di vista e ci sta insegnando molto sull’analisi dei consumi energetici e sulle tecniche per ottimizzare la gestione dell’energia. Tutte queste attività ci interessano e ci stimolano moltissimo!

Cosa significa EBS? e com’è nata?

EBS è l'acronimo di EcoBioService Smart Energy Solution. È nata nel 2008 da alcuni amici che avevano davvero a cuore la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente e volevano fare della propria passione il proprio lavoro. EBS lavora con privati, aziende e Pubbliche Amministrazioni; si dedica sia alla progettazione che all'istallazione di impianti ad energie rinnovabili, seguendo i propri clienti anche per tutto quello che riguarda l’efficienza energetica, dalle diagnosi energetiche per identificare i punti deboli dei consumi, agli interventi di efficientamento per ottimizzare l’utilizzo dell’energia. E’ una società di servizi energetici completa, una “ESCo” certificata. Nel team lavorano persone davvero interessate al tema dell’energia e della sostenibilità, e si tengono sempre aggiornate sull'evoluzione tecnologica e normativa attraverso seminari, webinar, convegni e scambi di esperienze. Il nostro contatto con loro è iniziato proprio perché ci siamo conosciuti con uno dei soci ad un seminario sull’efficientamento energetico presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri!

Quali sono le sfide di una ESCO?

Di recente sono state introdotte delle prescrizioni di legge "sanzionate" che hanno reso obbligatoria la diagnosi energetica nelle grandi imprese e nelle  aziende che consumano di più, quindi dalla fine del 2015 c’è stato un aumento forzato dei Soggetti che hanno richiesto diagnosi ed effettuato interventi di efficientamento energetico. Ci impegniamo quotidianamente perché questo obbligo sia visto come un opportunità e che anche i soggetti non obbligati dalla legge si rendano conto che richiedere una diagnosi energetica è il primo passo per rendersi consapevoli dei consumi legati ai propri processi e/ servizi e quindi anche ad agire per diminuirli in maniera efficiente.

La ESCo di fatto ha gli stessi interessi del cliente, cioè conseguire un risparmio agendo per migliorare i dispositivi o i componenti di un sistema che causano maggiori consumi energetici per vedersi ripagati i propri investimenti​ nel minor tempo possibile. In un acronimo: EPC ovvero Energy Performance Contract!

Chi è l'esperto in gestione dell'energia (EGE)?

L’EGE è l’esperto nelle questioni legate ai consumi energetici, al mercato energetico ed alla gestione razionale dell’energia. È una figura introdotta con la liberalizzazione delle professioni da pochi anni ma fondamentale nell’ambito degli obiettivi europei e nazionali di riduzione dei consumi energetici. L’EGE deve avere inoltre competenze economiche e manageriali in modo da risultare competente per in ruoli del mercato energetico come ad esempio la direzione e responsabilità di Sistemi di Gestione dell’Energia, la redazione di diagnosi energetiche o la consulenza sulle questioni energetiche per grandi aziende/Enti Pubblici o Soggetti "energivori", inoltre – per esercitare - deve essere certificato secondo la norma tecnica UNI CEI 11339. EBS conta nel suo staff ben due EGE certificati!

Come vi vedete da qui a 5 anni? Cosa succederà nel campo delle rinnovabili?

Da qui a 5 anni sicuramente ci auguriamo di essere ancora nel team di EBS e di lavorare sempre nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica!

Per le rinnovabili speriamo che in futuro ci sia una maggiore consapevolezza dell’importanza di preservare l’ambiente e le risorse naturali. Ci auguriamo che l’impegno di società come EBS Smart Energy Solution possa dare un contributo alla salvaguardia dell’ecosistema e che le prospettive dal punto di vista energetico siano più sostenibili e meno impattanti sull’ambiente, riducendo gli sprechi di energia e aiutando anche i privati e le aziende a risparmiare sulle bollette!

Scopri di più: EBS Smart Energy Solutions, Vanessa, Elisa

FIPER: brusco aumento del valore di scambio dei titoli di efficienza energetica (TEE) nel 2016

Analisi e indagini del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) affermano che l’andamento anomalo del prezzo dei TEE potrebbe essere dovuto a speculazioni economiche o ad un problema di bilanciamento tra domanda e offerta.

La Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili (FIPER) ha recentemente redatto lo studio dal titolo “Analisi sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE)” con lo scopo di analizzare l’andamento anomalo dei prezzi di scambio dei TEE nel 2016. I TEE infatti, negli ultimi mesi dell’anno passato hanno subito un repentino ed a prima vista inspiegabile aumento di valore di scambio, passando da una media di circa 100€/TEE (fino a febbraio 2016) fino al raggiungimento del picco di 250€/TEE a novembre 2016.

L’anomalia del prezzo di scambio dei TEE negli ultimi mesi ha scaturito una serie di indagini e analisi tecniche da parte degli enti principali nel settore (MISE, AEEGSI, GSE, GME).

Il GSE di fronte a questo aumento repentino di prezzo, ha avanzato l’ipotesi che vede come causa del fenomeno, atteggiamenti opportunistici e speculazioni effettuate da soggetti non obbligati, in particolare trader.

Dallo studio del FIPER emergerebbe invece che il numero dei titoli di efficienza energetica disponibili potrebbe non essere sufficiente a coprire gli obblighi del 2016, causando l’aumento della domanda rispetto all’offerta e conseguentemente uno sbilanciamento del mercato.

Una soluzione auspicabile proposta dallo stesso FIPER in conclusione dello studio, sarebbe quella di aumentare tempestivamente l’offerta dei TEE, con l’obiettivo di riequilibrare il mercato.

Fonte: Casa e Clima

Vedi anche: Certificati Bianchi

Automobili elettriche: ancora poche in Italia ma buoni obiettivi per il 2020

veicoli elettriciAumenta sempre di più la presenza di veicoli elettrici nel mondo e in Europa: nel corso 2016 le vendite sono di molto aumentate rispetto agli anni precedenti, aumentando la sostenibilità energetica nel settore dei trasporti. L’Italia contribuisce con un numero molto esiguo di automobili elettriche, ma per il 2020 i progetti prevedono nuove stazioni di rifornimento con conseguente prospettiva di aumento di veicoli elettrici sul territorio italiano.

Nel 2016 sono stati venduti in tutto il mondo circa 800.000 veicoli elettrici; di questi solo lo 0,1% (circa 2500) è stato venduto in Italia, secondo il primo report sulla mobilità elettrica redatto dall’Energy & Strategy group del Politecnico di Milano.

Al primo posto nella classifica dei maggiori acquirenti mondiali di automobili elettriche troviamo la Cina, con un aumento del 118% rispetto al 2015, seguita dagli Stati Uniti e dall’Europa, nella quale il 25% dei veicoli è stato comprato in Olanda. In coda all’Olanda, prima in Europa nell’acquisto di veicoli elettrici, troviamo Francia, Regno Unito e Germania, con quote intorno al 12%.

L’Italia contribuisce solamente all’1% dei veicoli elettrici acquistati in Europa; la causa di questa scarsezza di mercato sulle automobili a zero emissioni (o quasi), è da ricercare nei meccanismi di incentivazione. 

La Norvegia offre incentivi fino a circa 20.000 euro per l’acquisto di un veicolo totalmente elettrico (BEV) e 13.000 per un veicolo ibrido plug-in (PHEV). Stati Uniti e Cina offrono incentivi di circa 8.500 euro e 5.000 euro per l’acquisto delle corrispondenti tipologie di veicoli. Gli incentivi erogati in Italia per BEV e PHEV sono rispettivamente di 3.000 e 2.000 euro, decisamente non competenti con i corrispettivi degli altri stati.

Similmente per quanto concerne le stazioni di ricarica dedicate ai veicoli elettrici: dei 70.000 punti di ricarica pubblici su territorio europeo, solo 1750 si trovano in Italia.

In questo contesto non brillante per il nostro paese, la buona notizia è che Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, responsabile delle strutture di ricarica dei veicoli elettrici, ha come obiettivo entro il 2020 l’istallazione di 4.500-13.000 punti di ricarica normal power (fino a 22 kW) e 2000-6000 high power (maggiore di 22 kW). Secondo la stima del Politecnico di Milano, se l’obiettivo per il 2020 venisse raggiunto, le automobili elettriche in Italia potrebbero raggiungere le 130.000 unità, contribuendo così ad una maggiore mobilità sostenibile.

Fonte: PHOTON

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